Testimone: Anna Rovera nata a Dronero il 27/02/1909, morta a Bra nel maggio del 2002
Intervistatrice: Elena Rovera
Luogo e data della registrazione: Bra, 20 marzo 1996
Urlindu era un giovane coraggioso, ma era un giovane, come si dice, non sono né uovo né nido. Si era messo in mente di andare a prendere il tesoro del Re den Fransa. Ha detto “ Adesso mi cerco degli amici, così che, se vengono con me, a nì piè le tresor dal Re den Fransa. Allora si è incamminato e ha detto: Vau a piàr lu tresor dal Re den Fransa”. Cammin facendo è passato lì, e ce n’era uno con una corda che nella foresta, nel boschetto, faceva passare magari dieci piante, poi trac, con la corda tirava e loro cadevano.
Urlindu ha detto: “Ma te cosa fai qui?” E quell’ altro ha detto “Io taglio della legna”. E ma la legna si taglia una per una . “ Oh, una per una ci vuole del tempo, io le lego lì, poi le tiro”. Urlindu ha detto “ Sei forte, e come ti chiami?” “ Io mi chiamo Strassabosc” Oh, ha detto “ Tu vuoi venire con me?” Gli ha detto “Io voglio andare a prendere il tesoro”. “Sì, sì, io vengo con te”. E allora son passati di là, più lontano, camminavano e ce n’era un altro più in là che voleva legarsi due montagne. Han detto “Che cosa fai tu qua?”. “Io sono qua che voglio trasportare queste montagne, una non mi basta e due non son capace a legarle”. “Ma dove le vuoi portare?” “Ma io le porto in un altro posto”. Ha detto “Ma tu sì che sei forte a trasportare le montagne. E come ti chiami? “ Ma io mi chiamo Strassamontagna” ” Vuoi venire con noi?”
Ha detto “Sì, dove andate?” “Ma noi andiamo in Francia a prendere il tesoro del re” “Oh – dice – vado”.
Allora andavano e strada facendo hanno incontrato un cacciatore che era lì che si legava le gambe, voleva legarsi le due gambe insieme, voleva legarsi. “E che cosa fai tu lì?” A dì “Oh, io vado alla caccia, ma io faccio il passo troppo lungo e gli passo sempre davanti alla lepre, e allora me le voglio legare, sai “. “Oh, e loro han detto, e vuoi venire con noi e così siamo già in quattro: noi vogliamo andare in Francia e così e così “A dit “Sì, sì, io ci vado”. Allora quello lì, quello dal passo lungo, andavano, andavano e ce n’era uno là, attaccato a una pianta, come, come se sentisse la radio. “Cosa fa quello lì?” E dicono “Cosa fai tu lì?” “ Io sono qui che ascolto che cosa dicono” “E che cosa senti” “Io sento che c’è della gente che vuole andare in Francia a prendere il tesoro del re” e han detto ” Quelli siamo noi, quelli siamo noi, ci sentiva parlare, e se vuoi venire con noi, noi ti paghiamo, puoi immaginarti se ” Ha detto “Sì, vengo con voialtri”. Poi non hanno più trovato nessuno. Sono arrivati in Francia e han fatto sentire al re che loro, e il re ha detto che si è messo a ridere. Il re ha detto “Sì, io ve lo do il mio tesero, ma bisogna guadagnarselo. Il re avena una serviente, una donna serva, era lesta che nessuno la poteva battere, nessuno, la batteva tanto che era lesta. E allora loro han detto “Be’, cosa dobbiamo fare?” Ha detto “Là c’è una fontana, voglio che mi portate un secchio d’acqua dalla fontana e primo se c’è primo voialtri a portarmela, vi do il tesoro, il mio tesoro.
E loro han detto; e il re ha detto “No, nessuno poteva battere quella, serva tanto che era lesta”. Ma la serva, furbetta, non sapeva delle gambe lunghe o cosa, ma ha detto ” Chissà, e ben e ben, adesso prendiamo il caffè e poi” e nel caffè gli ha messo qualcosa che fa. prendere sonno. E dovevano prendere il secchiello e portarlo giù e loro gli han detto “Tu che hai le gambe così” E lui ha detto: “Sì, sì”, mentre questo è stato un po’ tramortito: come si sveglia subito che, ha detto “Oh, io devo essere alla fontana prima della serva; questa stava già quasi arrivando, ma l’altro ha fatto il passo più lungo, addio, ha preso il secchiello pieno d’acqua, e la serva l’altro l’ha battuta, è stato più svelto della serva, pensare che aveva messo un po’ di “addormentata; ha preso il secchiello e l’ha portato. Il re ha detto “Oh, sei stato proprio in gamba; eh, l’avevo promesso e vi do il mio tesoro”.
Il re ha detto “Son capaci di portare via il mio tesoro?” E allora poi il re li ha chiamati, come si chiamavano, questo si chiamava Urlindu, sarebbe stato il capo, e la figlia del re si chiamava Urlinda. Ha detto “Ma guarda che coincidenza”, sua figlia si chiamava Urlinda. Il re ha detto “Be’, adesso vi faccio preparare …”
Ah, ne ho dimenticati due. Mentre facevano il viaggio, hanno incontrato un signore che si faceva così: dalle spalle si batteva dei pettini “Eh, ha detto, che cosa fai tu lì?” “Ma io battendo questi pettini, dietro diventa scuro e davanti chiaro, posso andare avanti” Han detto ” Vuoi venire con noi?” Lui ha detto “Sì, sì, vengo con voi” “Perché possiamo averne bisogno” Urlindo dice. Poi venendo più in là più in là , ce n’era un altro che aveva delle taschette di sabbia e le batteva anche. Han detto “Ma tu cosa fai lì? (“Sulla schiena?”). Ha detto, “Io se batto queste sacchette dietro di noi, tempesta e diluviu del mulin e davanti chiaro”(“Diluvio?”) (“Diluvio del mulin, si dice ‘tempesta diluviu del mulin).
Allora han detto “ Te vuoi venire con noi?” E ha detto “Sì, sì”. Urlido ha detto: “Perchè possiamo averne bisogno”. Così hanno gaudagnato le, hanno guadagnato.
E il re ha detto: “ben , io vi faccio preparare il mio tesoro, portatevelo pure via” Perché dice “ Ma e il tesoro, nei sacchi non potevano portarlo” Allora ha fatto preparare il tesoro, poi il re ha detto: “Vedi tutti quegli uomini non son capaci a portarlo via, questi non son capaci neanche a farlo muovere”. Ha detto “Venite pure, ragazzi, il tesoro è pronto”. E allora Urlindu ha detto “Tu che di una montagna, non ne hai basta, e vuoi trasportare due montagne, sei capace di portare il tesoro?” L’altro ha detto “Certo”. E quello lì della montagna si prende il tesoro e lo portava con niente; gli altri son stati tutti meravigliati han detto “Ma a portare tutto questo non era possibile” vedi. E allora camminavano, camminavano, portavano via il tesoro del re. E allora sono andati un po’ e ha detto, Urlindo ha detto “Chissà cosa dicono? Son contenti di?” E a quello lì che ascoltava, ha detto “ Tu che ascolti cosa dicono, ascolta un po’ cosa dicono in Francia adesso di noi. L’altro si è messo lì a una pianta, ascoltava, e ha detto “Oh, in Francia non son mica contenti che gli portiamo via il tesoro; in Francia il re ha mobilitato i soldati e ce li mette dietro che vengano”. E allora Urlindu ha detto “Ma tu che battendo quei pettini fai diventare scuro, fai diventare scuro, noi avanti”. Ha detto “Sì, sì” , ha battuto quei pettini ed è diventato scuro, ma nessuno dietro vedeva più niente, ma davanti era chiaro.
E loro andavano avanti, andavano, avanti e Urlindo ha detto “Senti un po’ di nuovo che cosa dicono in Francia. E l’altro si mette ad ascoltare, dice “Ah, in Francia son tornati indietro a prendersi dei chiari e adesso son di nuovo lì che vengono a prenderci”. E allora Urlindo ha detto “Ma tu che batti le taschette e che fai tempestare diluvio del mulin” L’altro ha detto “Si, sì”: allora ha battuto quelle, sacchette di sabbia eh, eh, quello si è messo a grandinare ma proprio diluvio del mulin. “ Ah per carità ” quelli di Francia han detto, e Urlindo ha detto “Senti un po’ che cosa dicono adesso in Francia”.
E l’altro ha ascoltato “Oh, in Francia son tutti finiti, in Francia è tutto morto, nessuno non dice più niente”. Basta quello dice che ha ammazzato i soldati che erano in cammino, li ha fermati. Nessuno dice più niente” Oh, allora va bene.
Camminavano, ogni tanto facevano ascoltare quello e questo “non c’è più niente che si muove, non vengono più a prenderli? E poi è stato il momento che, l’han trovate lì; ha detto “Ma adesso mi dispiace, ma qui è il mio posto; Io mi devo fermare” E Urlindo, ha detto “Ma adesso poi noi?”. “ Adesso no state tranquilli, io ascolto ancora, e poi se c’è io ogni tanto ascolto, se c’è qualcosa.
E Urlindù ha pagato, sai , dice “Perché io ti pago, però noi siamo in pericolo” Dice “No, no , state tranquilli, io ogni tanto ascolto, ogni tanto, se c’è qualcosa, che si muove in Francia vengo a dirvelo” che quel1o che l’aveva guadagnato. Quello della gamba lunga; e ha detto “Ma adesso, io qui è il mio posto, mi voglio anche fermare”. E Urlindo ha detto “Io ti pago: se vuoi restare con noi”. “Ma è il mio posta sai.” Ha pagato quello lì e poi se n’era già fermati due. E poi venendo in qua si è trovato il posto di quello delle montagne, quello di Strassabosc aveva già, si era già fermato, ha trovato, quello di Strassabosc. Ha detto “E te?” “Beh, io non è che abbia fatto, però” E Urlindu ha detto “Va tutto bene così, se vuoi anche fermarti hai i1 tuo posto.” Lui ha detto “Ma io ”. L’ha pagato “Fermati”. E poi vengono in qua, vengono in qua e han trovato il posto di quello che portava le montagne, le montagne.”
Ma io qui è il mio posto mi vorrei anche fermare”. Ma Urlindo ha detto “Guarda te è impossibile, gli altri vedi si son fermati, ma te è impossibile, se ti fermi te, io quello lì non son neanche capace a spostarlo.” L’altro è quello che portava il tesoro, quello non portava mai niente, voleva portare due montagne. Dice “No guarda,io ti pago finché basta, bisogna venire a portare fino a casa.”
“Non si son fermati, vedi io poi non mi ricordo più: quelli si erano già fermati ‘ Già fermati’), quelli si erano già fermati, ognuno al suo posto, difatti li aveva incontrati per ultimi, e si son fermati i primi. E quest’altro ha detto “Oh, te non non non puoi lasciarmi stare così, perché è inutile vedi abbiamo il tesero io ti pago ma” “Lo so, mi dispiace e guarda” E allora sono andati, andati non erano ancora arrivati. Ha detto “Ma guarda io sono anche stanco, e più che stanco ho anche fame.”
Gli ha detto “Se non mangio qualcosa, non posso più continuare” E Urlindo ha detto “Be’, fermati, riposati, ti riposi un po’, mentre io vado in giro a guardare se ti trovo qualcosa da mangiare”. E Urlindo ha trovato una casetta, è entrato, ha chiamato, padroni nessuno: è entrato dentro, nessuno rispondeva e lì abitava un marmit, un marmit, un marmit che era già sette anni che era lì.
Allora ha visto che sul tavolo c’era una tuma, e Urlindu la voleva comprare, ma il padrone non c’era e Urlindu ha detto “Io la prendo e vuol dire.”
Allora Urlindu prende la tuma e la porta là. A la dì: “Io ti ho trovato solo questa e l’altro ha detto “Be’, questa, va già bene; va bene.”
Allora si è preso, si è mangiato la tuna e poi ha di nuovo continuato, era poi stato l’ultima tappa, ha di nuovo continuato e gli ha portato il tesoro a casa di Urlindu.
Urlindu questo l’ha pagato proprie bene e poi ha detto “Noialtri siamo sempre, siamo gli amici che sempre amici: se uno ha bisogno dell’altro. Certo. L’altro ogni tanto ascoltava ancora, ma non aveva più segnalato niente.
E allora ha portato il tesoro e Urlindu è stato contento, ha portato il tesoro e ha detto “Adesso, questo è il tesoro del re di Francia, gli chiedo la sua figlia in sposa ” E difatti è stato così. Allora arriva quel marmit, quel marrait è arrivato lì. Oh, è stato tante male; a dit “Ma io son sette anni che faccio penitenza, adesso che avevo trovato quella tuma “, era andato a cercarsi un po’ di farina per far la polenta , e adesso che aveva la farina della polenta “Uh , ma gli mando una maledizione a quello lì , se è un uomo che diventi una donna, e se è una donna che diventi un uomo”
” Dillo di Co de Ghiù” “E parei, se na frema, che diventa,un ome, se è un ome che diveta na frema” Questa era una femmina più o meno, è diventata una frema, no è diventato un uomo, poi si chi amava Urlinda, perché si chiamava,e allora si chiamava Urlindu, è diventato un uomo: a dit “Beh, adesso chiedo la figlia del re per sposa”. Allora aveva guadagnato, sono andati dal re e anche il re gli ha fatto i complimenti, perché ha detto “Siete proprio dei giovani in gamba, perché a venire a prendere il tesoro, e poi a portarlo via , tutte quelle cose lì. Allora Urlindu gli ha, detto ” Adesso, maestà, se mi date la figlia per sposa”. E subito lì la figlia sembra che ha detto “Oh, ma no io “, e il re ha detto “La non dire quello, adesso è più ricco di noi, ci ha portato via il tesoro, noi siamo i reali ma il tesoro ce l’ha lui, ce l’ha portato via” e dice “Poi, se non sei poi contenta, lo mandi poi via”
E allora han fatto così, si sono sposati e invece andavano d’accordo e il re ha detto: “Cosa dici di Urlindu?” “Papà, no va bene non mandare via Urlindu, non mandarlo via , Urlindu va bene così. Era contenta di Urlindu, l’altro era diventato un uomo perché l’altro l’aveva maledetto. Vedi.
finita

[…] Urlìndu […]
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