Dusìn

“An bot i’avìo”, dicevamo “C’era una volta, in una casa erano sette fratelli e l’ultimo si chiamava Dusìn, abitavano, c’era un braccio di mare, o forse era solo un fiume e dall’altra parte, c’era un castello del Magu. Allora c’era Magu e Mariùn, avevano sette ragazze e una volta quel Dusìn lì, i suoi fratelli e Dusìn han detto: “Andiamo a trovare il mago di là”, eh, curiosi, oh, [ndr. audio non comprensibile]

stati bene, però non erano andati per stare, avevano paura del mago, allora ha detto: “No, Mariùn , fai anche un po’ di cena per questi ragazzi, e li facciamo stare qui con noi questa notte” . E Mariùn era un po’ più alla buona: “E ma dove li mettiamo a dormire?”.
“Eh, dormono con le nostre ragazze”: le ragazze dormivano ai piedi, per dire e quegli altri dall’altra parte, dalla testa.
I ragazzi si son lasciati dire quello, ma poi Dusìn era furbo, era il più piccolo, era furbo, ha detto: “Ma qui siamo venuti per andare a casa, non per star dal Magu, perché il mago…” A dì: “No, no, mangiate, poi andate a dormire”.
E Dusìn era furbo, era il più piccolo, e ci dava un po’ da mente a cosa diceva e ha sentito che il Magu gli ha detto a Mariùn: “Alle ragazze nostre, mettigli sulla testa un fazzoletto, così sappiamo chi sono i ragazzi e chi sono le ragazze”. E Dusìn ha detto: “Ah, qui vogliono farci qualcosa, perché noi abbiamo niente e le ragazze il fazzoletto”.
Allora Dusin ha aspettato che dormissero sia i suoi fratelli che dormivano, Dusìn è stato sveglio e poi ha detto: “Voglio vedere che cosa vuol dire questo”, ha preso quei fazzoletti delle ragazze, li ha messi sulla testa ai suoi fratelli, era uno anche il suo, e le ragazze sono state senza niente. Quando è arrivata la mezzanotte, zac, il Magu ha messo il taièt sopra la testa di quelli che non avevano il fazzoletto, perché quelle che avevano il fazzoletto sarebbero state le sue ragazze, gli ha tagliato tutta la testa. Allora Dusìn ha svegliato i suoi fratelli e ha detto: “Qui è meglio che partiamo prima che si faccia l’alba, che si svegli il Magu. Vedete che cosa è successo? Se, se non ero io che vi mettevo i fazzoletti!”.

Dicevano che i Magu mangiavano la gente una volta: allora sono scappati.

Il Magu al mattino va a vedere: tutte le sue ragazze! “Oh, ma guarda, guarda, ma questo è stato Dusìn a farci questo, ho visto che qui c’è, era furbo quel ragazzo”, sai perché ha detto: “Ma io gli avevo messo il fazzoletto in testa alle mie figlie e adesso son senza fazzoletto”.
Oh, allora i ragazzi son partiti, son passati con la barca dove son venuti e sono andati di là dal mare a sua casa.
Allora il mago al mattino è andato, à dì: “Oh, Dusìn!”, e Dusìn ha detto “Oh”, sai dall’altra parte della, “Ma cosa l’as fame? “Oh, niente, io ho fatto proprio niente”

“M’as fame masé le mie fije, as fame masé tutte le mie fije, tutte e set”.

E Dusìn ha detto: “Io non so”, invece Dusìn lo sapeva, sapeva, aveva sentito.

“Oh, ma mi ai, ai encùro na bélo mülo, se tu sis bon a piàmlo, mi te perdùnu”.

E Dusin ha detto: “Pijte vardo che mi la te pìu”.

“Mi te perdùnu se mi piìs ancùro la mülo”.

“E Dusìn ha detto: “Ma, ma prendi quel mulo!”. E allora così aspettava che fosse la notte quando dormiva, è andato là, ha preso, e ha pensato ma, ha detto, e c’era i ferri sotto alla mula, i ferri, questo camminando, “Può darsi che l’altro si svegli” e gli ha messo tutti una calza, una calza per piede, così ha preso la mula, è partito, quella non ha fatto rumore, niente, e se l’è portata via.

Oh, il mago si è alzato, non c’era più la mula nella stalla. “Oh, ha detto, ma questo qua deve essere Dusìn, che mi fa queste cose, adesso lo vado a chiamare”.

È andato: “Oh, Dusin!”, ha detto: “Sì?” “Mi hai preso la mula?” “Sì”.

Ha detto: “Oh, ma mi ai ancuro üno belo cüberto, se tü sìs bon a piàmlo, mi te perdùnu”. Dusìn ha detto: “Pijte vardo che mi la te pìu”. Allora Dusìn ha detto, allora si era fatto un bastone lungo con un crocchetto, e aspettava che il mago dormisse e poi guardava. E il mago diceva: “Se viene a prendermi la coperta sopra!”. Allora si è messo a tirare dalla parte de Mariùn, sai com’è, dalla parte de Mariùn tirava poco per volta, piano piano tirava, la coperta veniva, e dormendo il Magu a un certo punto, ma credeva che era Mariùn, dormiva: ”Ma tè, Mariùn, as tantu frèid stanüec?, prenditela tutta quella coperta” eh, l’ha gettata la sua, l’ha gettata da quella parte lì, eh, Dusin era solo attento a quello lì. Ha preso la coperta, l’ha arrotolata. Il mago al mattino: “Ma guarda che quello lì mi ha preso la coperta, e noialtri due!”.
Oh, è andato di là ‘ “Oh, Dusìn”, gli ha detto: “Oh” “Ma l’as giò famne da clè tante, as giò fame masàr i mìe set fije, m’as pià la mülo, eiro m’as pià la cuberto, ma mi ài ancuro i’n bel spec, se tü sis bon a piamlu, mi te perduno” . “Pijte vardo che mi lu te pìu”.“Oh, m’as giò fame masar i mìe set fìe, adesso mi hai preso la mula, ma ho ancora un bello specchio, se tu sei capace di prenderlo, io ti perdono”.
“Pìite vardo che mi lu te pìu”, e lo prendeva in giro: “ Pìi vardo che mi lu te pìu ”.
“Mi te perdùnu”.

Allora Dusìn ha detto: “Aspetta, possibile che non son capace di prendere lo specchio?” Una notte di nuovo ha pensato: “E adesso vado a prendergli lo specchio”. Allora quella volta lì il Magu è stato attento, non si è addormentato: e il Magu gli aveva detto: “Come entri qua nel”, e l’aveva messo dalla parete dall’altra parte.

Allora Dusìn è arrivato là, ha guardato, eh, c’era un bello specchio, ha detto: ”Adesso io lo vado a prendere”, ma quando è entrato lì per andare a prendere lo specchio, e il Magu ha chiuso la porta, ci era stato dietro, à dì: “Ah, questa volta ti ho preso”. “Eh, ben – Dusìn ha detto – mi hai preso”.
Dì: “Adesso, mi hai fatto uccidere le mie sette figlie e io ti uccido te, Mariùn,  facciamo un bel pranzo ”.
E Dusìn ha detto: “Cosa volete uccidermi? Oh, fate un bel pranzo che io son magro come un chiodo. Cosa mangiate? Niente – à dì – bisogna ingrassarmi invece, ingrassarmi, mi fate venire bello grasso, allora sì che mangiate poi un bel pranzo”.
Beh, il Magu si è lasciato convincere! “Tanto è un po’ magro; allora mettilo in quel tino, e poi, ma fai sempre vedere il dito mignolo, e poi quando sei ben grasso allora”.
“Ah, allora sì, sì, potete poi uccidermi, ma adesso!”.

E l’ha messo in quella tina, e gli davano da mangiare bene, gli davano bene da mangiare, e ogni tanto il mago andava lì e diceva: “Fammi vedere il dito, Dusìn”, e gli metteva il dito. Oh, era venuto grasso già Dusìn! Ha detto: “Adesso il mio dito non vuol più passare, allora ha cercato, ha trovato un chiodo (?) allora, quando ha detto: “Fammi vedere il dito ogni tanto”, dice “ciò”, e Mariùn dava da mangiare ma: “Oh, sìs ancà màigre cùme ‘n ciò, sìs ancà màigre cùme ‘n ciò”.
E vèn che una volta ha perso il chiodo, e il dito non passava più, allora “Oh – ha detto – adesso, adesso sì che vai bene, facciamo un bel pranzo”. Ha detto: “Mariùn, lo uccidi te, io vado a invitare i parenti”. “Sì, sì” – Mariùn ha detto.
E Mariùn è andata lì, e Dusin faceva finta di niente, allora Mariùn è andata lì, credeva che voleva tagliarlo nel collo, sai, con un coltellaccio.
“Oh – ma Dusìn ha detto – ma non mi vuol mica tagliare nel collo, e ma questo, la carne non sta buona, bisogna tagliarmi il dito piccolo, il sangue va tutto giù e la carne diventa proprio tenera”.
“Oh”, Mariùn ha detto. E à dì: “Eh, già”. Ma come Mariùn si è chinata per tagliargli il dito piccolo, Dusìn gli ha preso il coltello, ha tagliato Mariùn.

E il mago era andato a invitare i parenti, allora Dusìn come ha fatto? Dusìn ha preso Mariùn, gli ha tagliato la testa e l’ha messa sul cuscino del letto con le lenzuola, come se fosse addormentata. Gli ha tagliato la testa, poi ha fatto un po’ di pezzi grossi, che non si vedesse che era una donna, che era Mariùn. Mariùn diceva “Ho già messo la ciaudièra”, nùs disìn, sai un grosso pentolone e Dusìn ha detto: “Hai fatto bene perché io sono grosso”, ha fatto un po’ di pezzi grossi, alla sua moda, ha preparato la tavola.
Pei è partito. E il Magu era là a invitare i parenti.
E quando era l’ora di mangiare così, eh, il Magu è arrivato: “Mariùn!”, e Mariùn non rispondeva. Allora ha detto, i parenti han detto: “Oh”, e la pentola bolliva, la carne era cotta. “A fare un pranzo così, poi il tavolo, si è stancata da matti, sarà stanca”,  e è andato a vedere, dice “Veramente è là che dorme – dice – lasciamola dormire perché si è stancata a fare tutto quel lavoro qui”.
Allora loro si son messi a mangiare, han mangiato, tranquilli, e poi è passato il tempo, e allora ha detto: “Vado a chiamare Mariùn, i parenti: “La salutiamo almeno perché”. Il Magu va di nuovo: “Mariùn, Mariùn?”, l’ha scrollata, l’ha scrollata: e la testa è caduta giù dal letto. “Oh, oh, mi povr’om, oh, ma quel Dusìn à famne tante, ma à famne tante , Dusìn, Dusìn, e adesso abbiamo mangiato Mariùn!”. Ma il Magu si disperava, e i parenti, cosa vuoi fare? sono stati tutti male e han cercato di consolarlo e poi ognuno è andato al suo destino.
Allora il Magu piangeva: “Oh, ma questa volta qua me la dovrà pagare”.
È andato di nuovo là sulla riva, ha detto: “Dusìn”. Ha detto: “Oh”.
“Ma che cosa mi hai fatto?”.
“E che cosa vuoi che”
“Oh, ma tu as famne da clè tante, ma tu as famne da clè tante, ma se, eiro sìu mac pi’ mi, ma si tu sis ancà bon a piame, mi te perdunu”.
“Pìite vardo che mi te pìu”.
“E bèn, mi te perdunu”.
“E ben, pìite vardo che mi te pìu”.

Allora c’era solo più il mago. Poi Dusìn ha studiato bene: “Come faccio a prendere quello lì?”, allora ha detto: “Aspetta me”. Si è comperato un visage, noi dicevamo i visage, sai cos’è, ma noi, si è comperato un visage da vecchio, lui aveva una barba nuova bianca, gli andava bene, e poi si è messo, si è preso un po’ degli assi, e ha fatto finta di essere un falegname, fa finta di essere un falegname, è andato là sulla riva, la riva del mare, dove l’altro andava sempre a passeggiare. Il Magu era solo e dopo andava sempre a passeggiare là. E lui si è guardato ben, si è preparato, tutto a posto. Oh, ha detto, una mattina, Dusin era già là che faceva una cassia, come facesse una cassia per un morto, è arrivato il Magu, e lui era un po’ vecchio, faceva finta di essere fastidiato, sai, e il Magu, come il Magu è arrivato, gli ha detto: “Buongiorno”. E il Magu ha detto: “Oh, brav’uomo, sembrate tanto preoccupato, cosa dovete fare?”
Ha detto così.
“Mi han dato da fare una cassia per un morto, ma senza misure, e adesso non so come fare”.
E il Magu à dì: “Già, senza misure”.
E lì, lui gli faceva il coperchio, tutto a posto, poi ci provava. À dì: “Adesso il coperchio sembra che vada bene, son preoccupato”. E ha detto: “Ma e, dovevano darmi la misura perché…”.
Ha detto: “Ah, era un uomo grande e grosso più o meno come voi”, ha detto, Dusìn gli ha detto al Magu, gli ha detto: “Sì, ma non vorreste fare un gran piacere di misurarvi voi qui dentro, così io posso regolarmi”.
“Sì, sì”, e , hai visto, si lasciava ingannare.
Allora si è messo a misurare nella cassia, e si è messo con la faccia giù, non si è messo con la faccia su.
Dusìn ha detto: “Oh, guarda va bene, adesso proviamo il coperchio”. Andava tutto bene, perché lui l’aveva già tutto preparato; allora ha provato il coperchio, lui aveva già fatto i buchi, aveva già fatto tutto, allora ha detto: “Oh, ci va ancora ‘na ciapüteito d’isì ”, e mentre, tuc, un chiodo. “E un briciolino dall’altra parte, ‘na ciapüteito d’ilài “, tuc, un altro chiodo.
E l’altro ha detto: “Oh, sai – per scherzo – non vuoi poi mica inchiodarmi?”.
“Oh, per carità” – à dì – io ho altro da pensare, no, si i va ‘na ciapüteito d’isì”, e quando ha messo un chiodo per parte, aveva già i buchi fatti.
Allora ha detto: “Ma non inchiodatemi poi qui dentro!”
Allora Dusìn ha detto: “Tun, tun , mi siu Dusìn, lu Draiùn achì dedìn.
Oh, per carità, allora lu Drài si è ricordato: “Oh, Dusìn, ma, si m’aisès anar, mi te perdùnu”.
“Ma u t’ai dic, ma u t’ai dic prù de bòt, pijte vardo che mi te pìu; tun, tun, mi sìu Dusin e lu Draiun achì dedìn!”
Basta là, l’ha inchiodato e poi era lì sulla riva del mare e dice “Ma”, eh , gli ha dato l’andi e quello è caduto là nellacqua e l’acqua se l’è portato via.
Visto Dusìn? Giàcche, Dusìn gli ha preso tutto, ha preso il Magu e tutto.

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