Fino agli anni 60 si saliva in macchina fino a Ruata prato e poi si proseguiva per circa 5 km a piedi, lungo la mulattiera. Il mezzo di trasporto per gli abitanti della borgata era abitualmente il mulo.
Verso il 1960 un gruppo di borghigiani che saliva alla borgata solo nel fine settimana da Alba, Bra, Torino, si accordò per sostenere le spese della costruzione di una strada che consentisse l’accesso a Ghio in auto.
A quel tempo tutte le mulattiere che collegavano Ghio con altre borgate erano pulite e percorribili, appunto, dai muli o dai contadini che, carici come muli, portavano giù dai prati più lontani e scoscesi, il fieno in spalla.