Negli anni ’60, gli abitanti di Ghio costruirono un gioco da bocce dove poter giocare le sfide che fino a quel momento si tenevano sul Calatà: fu un miglioramento enorme.
Il giorno della festa della Madonna si giocavano partite infuocate, alle quali aveva accesso, per merito, anche il più piccolo della borgata, Fabrizio Rovera.
Il campo è stato abbandonato per circa 30 anni ed ora ha ritrovato il suo aspetto ordinato ed è pronto ad accogliere nuovi tornei.
