Le serpi

Testimone: Anna Rovera nata a Dronero il 27/02/1909, morta a Bra nel maggio del 2002
Intervistatrice: Elena Rovera
Luogo e data della registrazione: Bra, 3 aprile 1996  

Intervistatrice: E senti, quando dice “Attento alle serpi” , quando dice ” Fa’ attenzione solo a non incontrare delle serpi”, no, la mamma diceva.

Testimone: Eh, ma non ne ha incontrate.

Intervistatrice: Ma che serpi pensi tu?

Testimone: Uh, delle serpi; io una volta mi avevano mandato a prendere, mandavano sempre a prendere l’acqua, noi lì alla grangetta, venivamo in su, e lì c’era una fontana detta del lupo, e c’era una buona fontana, proprio buona, e poi degli altri prati questi qua, c’era una riva, c’era una buona fontana, e io una volta sono andata a prendere l’acqua, mentre sai come fanno i bambini, e sì che son andata a passare per la strada, io quando sono stata lì che sapevo che lì sotto c’era l’acqua, son andata nel prato, e lì c’era, ho visto un serpente che ha alza­to la testa, ohhh, ho avuto paura, perché ero andata quasi vicino a quella serpe, ha alzato la testa, uh allora ho detto: “No” non son più passata, son tornata indietro, non sono andata a prendere l’acqua dal­la strada, perché ho avuto paura, sono andata dal prato, c’erano papà e mamma, ehhh, iai dìe “Io l’acqua non l’ho presa perché c’era una vipera là che mi ha guardato.

Intervistatrice: C’era la serpe, c’era la vipera, oppure anche cosa c’era?

Testimone: Ah, beh, le serpi sono un po’ differenti, le vipere sono più cattive, era una vi­pera perché era bardolata di rosso, invece le serpi sono bardolate di nero, son cattive anche , ma quella era bardolata di rosso, e i nostri ce lo dicevano sempre poi,  che le vedevamo in giro nei prati, e una volta avevano morsicato lo zio Giorgio, oh , una vipera ha morsicato lì.

Intervistatrice: Cosa stava facendo lui?

Testimone: Eh?

Intervistatrice: Cosa stava facendo?

Testimone: Ma non faceva niente, eravamo, andavamo sempre a lavorare, perché era nei campi, non so se andavamo a legare della legna . Quando siamo stati lassù a [ndr. audio non comprensibile] , sai [ndr. audio non comprensibile] , si arriva lassù, come fa, papà e mamma si son seduti un momento lì, si son seduti lì, e si riposavano un momento “Poi andiamo”, ma tutti i ra­gazzi non stanno, allora, ci siamo seduti un po’ lì, e Giorgio doveva essere già un po’ grandino, è andato, andavamo sempre nel prato, e dice che ha mes­so la mano lì, perché voleva scendere giù che ha visto nelle fragole, ha visto le fragole nel prato giù, e lui voleva andare a mangiarle, ha messo la mano e si è sentito morsicare, ha guardato, ha visto quella serpe, l’ha mor­sicato bene, gli ha fatto tre buchetti, ma piccoli, oh, si è messo a urlare e la mamma dice: “Ma cosa c’è?” “Oh, la serp i’ m’à pugnù, la serp m’à pugnù.” ma la mamma : “Ve lo dico sempre di stare [ndr. audio non comprensibile]” “Sì, sì, sì” E’ venuto in qua con quella mano, e c’era tre buchetti e la mamma ha detto, lassù fanno alla sua maniera, “Oh, per carità, adesso” e bisognava fregare con la sabbia, “Te la freghiamo con della sabbia”. E un po’ più in là c’era una fontana, c’era una fontana più in là: e allora la mamma è andata là, in quella fontana, io non sono andata, è andata mamma e Giorgio, ma come la fregava, quella gon­fiava, sai in un niente gonfiava la mano, e la mamma, oh, la mamma ha avuto paura, e ha detto: “Andiamo subito a casa, andiamo subito a casa, che io devo portare, ah, adesso mi viene in mente, la mamma non è venuta con noi, è pas­sata da Mestre, sai che lassù dall’altra parte c’è Mestre e ce n’era uno che dicono che toglieva i veleni, come si fa, ha detto: “Io lo porto laggiù, da quello, voialtri andate pure a casa”. E allora la mamma e Giorgio son passati da Mestre, e l’ha portato da quello, un po’ più in giù, laggiù a Muliveng , Muliveng c’era suo padre vicino a Dronero. Oh, ma quello là, quando l’ha visto, ha detto “No”, quello era già gonfiato, ha detto “No, no, portatelo dal medico, e aspettate, aspetta- ha detto a mia mamma – aspetta, io lego il braccio”, l’ha legato, quello era già gonfio, e lui l’ha legato con, l’ha legato, ha detto: “Portalo dal dottore”. E allora mia mamma l’ha portato dal dottore , era già laggiù, l’ha portato dal dottore, come è arrivata a Dronero, questo l’aveva legato con un elastico che non lasciava più scorrere il sangue, per non su e quello era già tutto scoppiato, aveva già tutte le pustole grosse, in un niente, e il dottore , quando l’ha visto, l’ha subite tolto, ah, prima gli ha fatto l’iniezione il dottore, ma il dottore gli ha detto: “Aspetta, qui bisogna subito fare l’iniezione del controveleno, e poi gli to­gliamo l’elastico”, gliel’ha fatto, “Controlliamo”, e poi l’ha segato senò questo gli rovina tutto il braccio, era quello il pericolo, ha detto il dot­tore: “Non che non ho ancora visto nessuni, ma pochi, eh, questa qui, o che era incinta o che era in calore, questa “bestia, o che era incinta o che era in calore, a essere potente così” ha detto “Già, se non lo portavate moriva”.

Intervistatrice: Quanti anni aveva Giorgio?

Testimone: Oh, io non lo so, di quei ragazzi che correvano, oh, questo Giorgio ci ha fatto spaventare, oh, per carità, gli era venuto un braccio così.

Intervistatrice: E poi è tornato a casa quella sera lì?

Testimone: Quella sera non è tornato, alla sera no al mattino, perché Dronero è lontana, a piedi. Io non so più se era ancora venuta proprio a Dronero, sarà ancora venuta fin la Ruà, e poi si è fermata da magna Tìn, perché avevamo una zia, mi sembra così, che poi si sia fermata da qualcuno, perché poi è arrivata il mattino dopo, e ma noi abbiamo visto ancora tutto quello rosso, eh, già pericolose son le vipere. E ma poi ha detto il dottore, à dì, che era in­cinta o che era in calore, perché è stata troppo potente.

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