Testimone: Anna Rovera nata a Dronero il 27/02/1909, morta a Bra nel maggio del 2002
Intervistatrice: Elena Rovera
Luogo e data della registrazione: Bra, 3 aprile 1996
Intervistatrice: Senti una cosa: dov’erano a Co’ de Ghiu le mele, dove le avevate le mele?
Testimone: Le mele?
Intervistatrice: Sì
Testimone: Noi ne avevamo due a Fi de Reire, perché a Co’ de Ghiu non è che ne avevamo tante mele, fosse stato già a Muscere, a Muscere, al Palone, oh, loro ne avevano.
Intervistatrice: Ma quel ragazzo lì era di Co’de Ghiu o era di Muscere?
Testimone: Eh quello sarà stato di Muscere.
Intervistatrice: E delle pere a Co’ de Ghiu ne avevate?
Testimone: Sì, ne avevamo, noi avevamo tre mele, oh, ma ne portavano neh.
Intervistatrice: E pere, quante?
Testimone: Di pere ne avevamo una, ne portavano non tante.
Intervistatrice: E di che qualità erano, quali mele?
Testimone: Ma noi dicevamo de bute.
Intervistatrice: Ma le mele o le pere but&?
Testimone: Le mele, le mele sono i pum eh, i pum; eh, uno era alto, alto portava quelle rosse.
Intervistatrice: Allora aspetta: le mele le chiamavate? che qualità erano le mele?
Testimone: Ma noi dei bute.
Intervistatrice: Di bute: erano rosse?
Testimone: Oh, un qualità era rossa, e l’altra era pallida.
Intervistatrice: E tutte due si chiamavano i bute?
Testimone: I bute.
Intervistatrice: E di pere, che qualità avevate?
Testimone: Poi una, vuoi proprio il nome?
Intervistatrice: Una si chiamava, quelle rosse si chiamavano, com’è che si chiamavano?
Testimone: Oh, ma non mi viene in mente adesso, quelle rosse si chiamavano una cosa sembravano le tue che mi hai portate, adesso poi mi viene in mente,
Intervistatrice: E ben quando poi ti viene; e le pere lo sai come si chiamavano?
Testimone: Noi disiimo da ciapello, erano da ciapello.
Intervistatrice: Perché erano vicino alla cappella o per come erano fatte?
Testimone: No, anche gli altri che le avevano, non erano vicino alla cappella.
Intervistatrice: E di che colore erano quelle pere?
Testimone: Sembravano quelle che adesso dicono che si fanno cuocere.
Intervistatrice: Mademassa.
Testimone: Ecco.
Intervistatrice: E le mangiavate subito oppure maturavano più tardi, a gennaio?
Testimone: Ah, maturavano tardi.
Intervistatrice: E le facevate cuocere o le mangiavate crude?
Testimone: Ma, noi le mangiavamo crude, la mamma ci sgridava diceva “Sarebbero tanto buone cotte, ma voialtri avè pà d’temp i mange verde.
Intervistatrice: E le mele le mangiavate anche crude?
Testimone: Oh, sì.
Intervistatrice: E si governavano o no?
Testimone: Sì, si governavano. Ah, le bute, e poi le altre. Le altre si chiamavano … ma guarda l’ho sulla punta della lingua non son capace.
Intervistatrice: E ben dopo ti viene; senti una cosa: come facevate a raccogliere le mele?
Testimone: Oh, ma ne prendevamo un po’.
Intervistatrice: Ma andavate sulla scala o sui rami?
Testimone: Noi andavamo su.
Intervistatrice: Andavate sulla pianta?
Testimone: La pianta
Intervistatrice: Senza scala, e dove le mettevate?
Testimone quelle avevano le rame lunghe, noi lasciavamo le rame e poi li scrolavamo
Intervistatrice: Ah, cadevano per terra?
Testimone: Eh, cadevano, e noi le scrollavamo.
Intervistatrice: E non mettevate in un cestino, in una sacchetta, in una taschetta? No?
Testimone: Eh, no; quello era pendente, sai, e scappavano, andavano giù dal Bial.
Intervistatrice: E senti un po’, cosa andavate a portare?
Testimone: Mettevamo delle rame che mettevamo nel grano, che le fermasse.
Intervistatrice: Perché mettevate le rame nel grano?
Testimone: Perché mettevamo? perché sì, altrimenti si cugiava, si piegava
Intervistatrice: Ah mettevate dei rami nel grano? Rami di cosa?
Testimone: E li preparavamo quei rami.
Intervistatrice: Ma in mezzo al campo li mettevate?
Testimone: E li mettevamo in mezzo al grano, facevamo dei filagni, disim, perché altrimenti veniva la pioggia o il vento, oh, già.
Intervistatrice: Capito. E senti un po’ ma , e poi quei rami lì frenavano le mele anche?
Testimone: Eh?
Intervistatrice: Fermavano le mele, anche?
Testimone: Eh, fermavano le mele, eh, ma prima le toglievamo dal grano perché non potevamo tagliare il grano con le mele.
Intervistatrice: Sì, sì, certo.
Testimone: Dis en desbrundar lu gran, prima andava en brundar Anbrundar En brundar, quando mettevamo le piantale, en brundar andava desbrundar.
Intervistatrice: Ma il grano, allora facevate solo delle file, poi una fila di rami?
Testimone: Ma no, almeno largo così.
Intervistatrice: Capito. E lasciavate uno spazio tra un pezzo di grano e l’altro per mettere i rami?
Testimone: E si portava così è troppo largo così, così.
Intervistatrice: Sessanta centimetri, un metro.
Testimone: E che le rame prendevamo di quelle de fraisse, delle fraisse andavano bene e poi si prendeva anche un po’ di quelle del faggio, de fau.
Intervistatrice: Ah, senti un po’, il mercato a Dronero, quando c’era?
Testimone: Il lunedì, ancora adesso.
Intervistatrice: Voi andavate il lunedì; e andavate a San Bastian, tu pensi, che questo bambino va a San Bastian a vendere?
Testimone: Eh, a San Sebastian, quando si arriva lì , lì che c’è quella piazzetta, lì è San Bastian.
Intervistatrice: Ecco, non solo sotto, quel San Bastian, quel chiosco piccolo, anche in tutta la piazza lì?
Testimone: Eh. C’erano sempre i granatin.
Intervistatrice: Lì sotto
Testimone: O anche intorno.
Intervistatrice: Anche intorno.
Testimone: Per una volta si vendeva il grano nei sacchi, il riso nei sacchi, e lì c’era la piazza dei granatin.
Intervistatrice: Mm; e senti un po’: tu hai detto che questo bambino deve comperare la pasta , deve comprare la pasta; ma la pasta la comperavate, non la facevate in casa?
Testimone: Eh, ma allora la pasta ne comperavamo poca, perché dicevano, dicevano che la pasta non rendeva tanto.
Intervistatrice: Eh. E che pasta comperavate? Che forma?
Testimone: Oh, comperavamo.
Intervistatrice: Che forma comperavate?
Testimone: Di quelli lì, maccheroni, sai i maccheroni.
Intervistatrice: Ah, i maccheroni
Testimone: I spaghetti quelli un po’ più lunghi, dicevano i ‘magna de fra’.
Intervistatrice: I “magna de fra”, va bene.
Testimone: E poi compravamo anche delle lasagne, quelle erano arrotolate, sai.
Intervistatrice: Eh, eh, capito, e senti una cosa: lo zucchero che compravate voi, lo zucchero, era zucchero bianco, nei sacchi, sì?
Testimone: Sì, nei sacchi, loro te ne davano, se portavi una sacchetta.
Intervistatrice: Sì
Testimone: Te lo mettevano nella tua sacchetta. E ne prendevamo mezzo chilo.
Intervistatrice: Mezzo chilo; quanto vi durava mezzo chilo di zucchero?
Testimone: Le mamma lo facevano durare, perché i bambini l’avrebbero mangiato,
lo rubavano, ma loro lo nascondevano ehhh
Intervistatrice: E poi c’è scritto che questo bambino compera il pane, hai detto, ma il pane non lo facevate?
Testimone: Eh, ma il nostro, il nostro lo facevamo una volta all’anno
Intervistatrice: E poi ne comperavate anche dell’altro?
Testimone: E il lunedì quand andavan a Drunie, ben a Drunie, comperavamo un po’ di pane
Intervistatrice: Da chi?
Testimone: Disim de pan bianc
Intervistatrice: De pan bianc
Testimone: De pan bianc
Intervistatrice: E da chi lu ciatave?
Testimone: E poi disim de migolu
Intervistatrice: De migolu
Testimone: De migolu
Intervistatrice: Migolu era il vostro?
Testimone: No, no
Intervistatrice: Quello bianco.
Testimone: Quello bianco.
Intervistatrice: Perché si chiamava migolu.
Testimone: Ma una volta non, disim de pan bianc come de migolo.
Intervistatrice: Che l’ei le migolo?
Testimone: E’ il pane.
Intervistatrice: Ah, bon, eh, e dove lo compravate?
Testimone: Dal panattiere
Intervistatrice: Quale panattiere andavate?
Testimone: Oh noi andavamo sempre lì a San Bastian, si chiamava Gian dla Cupetta
Intervistatrice: Gian da Cupetto
Testimone: Gian da Cupetta, e io l’altr’anno che sono andata, perché l’altr’anno è passato il tempo, ho voluto entrare ancora lì, c’era una ragazza che si chiamava Maria , e quella ragazza, non sai, una suora non era, si pettinava su un modo, si vestiva su un modo, era brava esi erti amava Maria e ci serviva quando andavamo, e sono entrata e ho visto che non, allora gli ho detto a quel signore che era lì, ho detto “Ma una volta c’era Maria, è ancora Maria?”, ha detto “C’è ancora, c’è ancora” e perché quella era più giovane di me, quella Maria»
Intervistatrice: Ma è lì vicino a San Bastian?
Testimone: Ma proprio lì.
Intervistatrice: Di fianco a San Bastian.
Testimone: Come arrivavamo lì, noi dalla nostra strada, è proprio lì, si chiamava Gian dla Cupetta.
Intervistatrice: Ma è vicino a San Bastian , in piazza San Bastian o no?
Testimone: Ma io non so neanche se quella piazza lì
Intervistatrice: Sì, beh, ma.
Testimone: Noi disim, disim o piasetta, i nostri, otri disjm a San Bastian, forse quel ciccio sarà San Bastian.
Intervistatrice: Eh, sì, sì, eh, beh e
Testimone: E San Bastian
Intervistatrice: Era lì la panetteria?
Testimone: Sì, era lì, ma proprio arrivando le prime case, noi andavamo sempre lì quei ci conosceva.
Intervistatrice: Senti una cosa: com’era quella bestia lì che era il diavolo, come te la immagini?
Testimone: Oh, io non so, io m’immagino una, una cosa come fosse un crin servage.
Intervistatrice: Ah, oh, un cinghiale ?
Testimone: Eh, dicon che era una bestia brutta, e lo tormentava, gli andava, e ma una volta lui ha detto, sembra che gli avesse due cornette, ha detto “Diavolo nel mio sacco” e quello è andato nel sacco.
Intervistatrice: E senti un po’; a Cartignan lu mai?
Testimone: Un’officina , chel quello batte.
Intervistatrice: Capito. E voi andavate lì a Cartignan, c’era un mai?
Testimone: C’era lu mai lì a Cartignan, quello faceva il ferro, arrangiava cose di ferro perché il ferro si deve battere caldo.
Intervistatrice: Va bene, grazie.
Testimone: Quei pom si chiamavano i madamin.
Intervistatrice: Ahhh, i madamin, i bute e i madamin.
Testimone: Madamin, erano dei pomi rossi che sembravano le tue che mi hai portate? I bute, i madamin, e invece le pere si chiamavano quelle della ciapelo? De la ciapello, invece erano le altre che dico che vanno bene.
Intervistatrice: Ho capito, bene.
Testimone: Io quando le faccio cuocere mi ricordo.