
Ranuncolo comune (latino)
Ranunculus acris (latino)
Si raccolgono………………
Ingredienti
300 g di foglie di pe d’oca (giovani e tenere)
400 g di patate
100 g di parmigiano grattugiato
2 uova
100 ml di panna fresca (o latte intero per una versione più leggera)
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di pangrattato
Burro per ungere la teglia
Sale e pepe.
Preparazione
Sbuccia le patate, tagliale a fette sottili e sbollentale in acqua salata per 5-7 minuti. Devono ammorbidirsi ma rimanere integre. Scolale e mettile da parte.
Lavare bene le foglie di pe d’oca, sbollentale in acqua salata per 3-4 minuti, quindi scolale e strizzale. Tritarle grossolanamente.
In una ciotola, sbatti le uova con la panna (o il latte). Aggiungi parmigiano, sale e pepe, mescolando bene. Incorpora i pe d’oca tritati.
Ungi una teglia o una pirofila con il burro e spolverala con il pangrattato. Disponi uno strato di patate sul fondo, copri con il composto di pe d’oca e uova.
Ripeti gli strati, terminando con uno strato di composto. Cospargi la superficie con una leggera spolverata di pangrattato e qualche fiocco di burro per favorire la doratura.
Cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 25-30 minuti, fino a quando la superficie sarà dorata e compatta.
Lascia intiepidire per qualche minuto prima di servire. Lo sformato è delizioso sia caldo che a temperatura ambiente.
Le testimonianze dalla borgata Ghio
L’uovo, l’avrei mangiato con gli occhi
“Noi prendevamo la panna per fare il burro, poi la facevamo quagliare, più grossa che quella lì, la padella, facevamo quagliare e quando poi la mettevamo, quando era quagliato come fosse adesso, come dite, la brusa, la ricotta. La brusa, quella era ben legato lì, facevano scolare, quello si scolava lì, quando era ben scolato, si prendeva, si sbriciolava ben con le mani, per esempio lì in un bel piatto grosso, quella si metteva, ma noi avevamo quello da fare, certo che i nostri l’avevano lassù, eh , gente, allora aveva una cosa, lo chiamavamo la ‘fissella’, che…
