Il Geol. Ivano Guglielmotto si sofferma sulle possibili origini di questo toponimo:
Se vogliamo fare uno sforzo di fantasia, possiamo immaginare una possibile origine del nome de “La fònt d’aram”, ma senza che vi sia un sicuro fondamento geologico e scientifico; ma far correre l’immaginazione non costa nulla e l’ipotesi che è stata elaborata può essere anche verosimile.
La fònt d’aram = la fonte di rameI, il nome di questa sorgente può avere origine dalla tipologia di rocce che potevano affiorare nel luogo da cui sgorgava questa sorgente.
Le caratteristiche delle sorgenti in quest’area della basse Valle Maira sono tutte molto simili, infatti derivano dal contatto di complessi rocciosi con caratteristiche di permeabilità differenti tra loro, da una parte i calcari triassici che rappresentano le rocce serbatoio ricche di acqua e dall’altra i livelli impermeabili costituti dal complesso dei calcescisti ofiolitiferi giurassici (costituiti da calcescisti, ofioliti,sericiti e serpentiniti). Quindi, quando l’acqua presente nelle rocce serbatoio (calcari) incontra per contatto tettonico i livelli più impermeabili (calcescisti) scaturisce la venuta d’acqua con la nascita dell’emergenza sorgentizia (sorgente di contatto). Proprio da questi livelli impermeabili e dalle loro caratteristiche chimico-fisiche può derivare il nome della fontana, visto il colore verdastro e luccicante, che può richiamare quindi il colore del rame, il quale, quando è soggetto agli agenti atmosferici, si ossida e crea una patina che gli da quel tipico colore verdastro.
In effetti, l’estrazione di preziosi minerali presenti nelle ofioliti si perde nella notte dei tempi, giacimenti locali hanno per anni regalato oro, argento, platino, cromo, titanio, rame, nichel, ferro, piombo, talco, grafite e ora non sono più sfruttabili. Nel caso della nostra fontana non è dimostrabile quindi un legame con la reale composizione chimica di questi depositi, in sostanza non siamo certi che vi sia una reale presenza di rame (comunque in una piccolissima percentuale) all’interno di queste rocce, ma contestualmente vi è una sicura similitudine da un punto di vista cromatico ed un possibile collegamento e richiamo a questo importante elemento chimico.
Quindi, concludendo, sarà interessante verificare se in questa zona sono realmente presenti questi calcescisti, ofioliti e scisti sericitici, dal tipico colore verde luccicante e verdastro scuro che sono, tra l’altro, del periodo triassico – giurassico, quindi dello stesso periodo della maggiore diffusione dei dinosauri, tema così attale in Val Maira; questo ci permetterebbe di capire se il nome che è stato dato alla sorgente, può essere, come già detto con uno sforzo di fantasia, attribuibile alla colorazione particolare di queste rocce, così simile al rame quando è soggetto ad ossidazione.