Giocare ai Palèt

Da noi qualche volta, quando ci veniva lasciato un poco di tempo, giocavamo al gioco dei palèt: si metteva, si metteva un sasso in mezzo a un piano nel prato o nel sentiero, poi si prendevano delle lause piccoline. E si tirava: quello che arrivava più vicino, vinceva. Si cercava delle lause che fossero abbastanza resistenti, ma anche al medesimo tempo leggere. Eh, è tutto lì. Non c’era molto. Poi qualche volta nei prati più a basso, dove era un po’ pianeggiante, magari quando avevamo tagliato il fieno e avevamo un pallone, ci giocava un pochettino il pallone, ma per poche mezze ore. Perché poi c’era da lavorare. Diversamente dei giochi, almeno a casa mia, se ne poteva fare pochi. Mio papà era molto, molto primitivo, molto. Tant’è vero che d’inverno, quando ci facevamo noi degli sci per andare con lui, ce li ritrovava e ce li bruciava perché aveva paura che ci slogassimo i piedi. E allora ce l’avevamo un po’ col papà, perché tutti gli altri li lasciavano fare qualche cosa per giocare.
Allora se li facevamo, li nascondevamo in un cespuglio un po’ lontano da casa, perché papà se li trovava e ce li bruciava sempre, perciò dei divertimenti per noi ce n’è stato poco, sinceramente. 

Michelino Ghio, classe 1932, intervista rilasciata a Elena Rovera il 27.05.2024

Lascia un commento