“Ma io qui è il mio posto mi vorrei anche fermare”. Ma Urlindu ha detto “Guarda te è impossibile, gli altri vedi si son fermati, ma te è impossibile, se ti fermi te, io quello lì non son neanche capace a spostarlo.” L’altro è quello che portava il tesoro, quello non portava mai niente, voleva portare due montagne. Dice “No guarda,io ti pago finché basta, bisogna venire a portare fino a casa.”
“ E quest’altro ha detto “Oh, te non non non puoi lasciarmi stare così, perché è inutile vedi abbiamo il tesoro io ti pago ma” “Lo so, mi dispiace e guarda” E allora sono andati, andati non erano ancora arrivati. Ha detto “Ma guarda io sono anche stanco, e più che stanco ho anche fame.”
Gli ha detto “Se non mangio qualcosa, non posso più continuare” E Urlindu ha detto “Be’, fermati, riposati, ti riposi un po’, mentre io vado in giro a guardare se ti trovo qualcosa da mangiare”. E Urlindu ha trovato una casetta, è entrato, ha chiamato, padroni nessuno: è entrato dentro, nessuno rispondeva e lì abitava un marmit, un marmit, un marmit che era già sette anni che era lì.
Allora ha visto che sul tavolo c’era una tuma, e Urlindu la voleva comprare, ma il padrone non c’era e Urlindu ha detto “Io la prendo e vuol dire.”
Allora Urlindu prende la tuma e la porta là. A la dì: “Io ti ho trovato solo questa e l’altro ha detto “Be’, questa, va già bene; va bene.”
Allora si è preso, si è mangiato la tuma e poi ha di nuovo continuato, era poi stato l’ultima tappa, ha di nuovo continuato e gli ha portato il tesoro a casa di Urlindu“,
da Urlindu, Storia da Codighiu raccontata da Anna Rovera, classe 1909
