“Una volta il caffè era caro, allora bruciavamo un po’ di orzo, seminavamo l’orzo e mia mamma diceva: “Va bene – ne seminava una brancata – facciamo poi il caffè”, e bruciavamo un po’ di orzo in quella brunsa , perché nel paiolo, lu piròl lo rovinavi, invece nella brunsa, e lo mescolai va, la mamma faceva e poi metteva così di orzo bruciato e comperava un etto di caffè buono e lo facevamo tutto insieme e facevamo il caffè.
Le padelle erano anche più di rame, con il manico lungo e in quella padella facevamo fondere il burro, noi avevamo le bestie, non sapevamo neanche cos’era la conserva, facevamo friggere il burro, e poi mettevamo sopra la pasta o il riso e col formaggio, e poi mettevamo il burro sopra, oh, com’era buono!
La pasta la facevamo nel rame, al paiuolo, lu pirol, nella brunsa si metteva per fare la polenta, eh, ma perché si faceva tutti i giorni la polenta.
Anna Rovera, acciugaia, classe 1909
