La man pelùso

Pagina in costruzione

Una volta c’era un papà che era vedovo e aveva tre ragazze.
Aveva tre ragazze, erano giù grandine e una volta erano là nel prato che facevano il fieno, il papà con quelle tre ragazze. È passato un signore. Hanno salutato. Quel signore era vestito da ricco con delle catene d’oro. E ha detto: “Oh, se hai quelle ragazze come fai a lavorare?” E suo padre ha detto: “Io non ho avuto nessun ragazzi, ma le ragazze mi aiutano abbastanza. Loro rastrellano, io taglio l’erba, loro rastrellano. Hanno parlato un po’ una cosa all’altra. E le ragazze venivano matte a vedere quell’uomo bello con il vestito così. E quell’uomogli ha detto: eh, io sono solo, sono da sposare. Non mi daresti una ragazza a me?” E il padre ha detto: “Io non lo so”.
E quelle ragazze, lo volevano tutti e tre. Altroché. Una volta dicevano che bisognava cominciare dalla prima.
“E datemi la prima, qua ne avete ancora due. E io la porterò con me, lei sola”. E loro ha detto: “Ci vediamo”. Allora va, che si sono sposati quei due. E quel signore, che sembrava tanto gentile, tanto che era ricco, però era il capo dei ladri. Un capo dei ladri. Allora quando aveva portato la ragazza a casa sua, là sono stati un mese senza dirgli niente. E poi ogni tanto il capo dei ladri doveva andare con la banda. E gli ha detto: “Guarda, adesso io devo assentarmi per un po’ di giorni. Perciò devi stare qua”. C’era una casa grande in cui stare.
E le ha detto: “Devi stare brava”. E ha preso una mano, che era una man pelusa. “Devi mangiare questa mano”. La ragazza… “Devi mangiare questa mano”. La ragazza ha pensato: “E adesso io vado via”. E la ragazza, poveretta, se la vedeva intorno che se non mangiava quella mano. E la ragazza che fa moglie, si chiama Angelo o non maggio? Questa mano la nascondo, la nascondo. Quando sapeva che suo marito arrivava, ha preso la mano e l’ha nascosta sotto il materasso. Ha detto: oh, ha nascosto sotto il materasso. E lui è arrivato, ha detto: hai mangiato la mano? Ha detto: sì. Ah, bravo. Così va bene. Allora ha detto: ma, :Cosa devo fare? E deve essere. E sono qui sotto il materasso. Ah, no. Ha detto: Vedi? Tu mi dici delle bugie. Vedi che la mano non l’hai mangiata? Io te l’ho detto che ti castigavo se non mangiavi la mano. La mano tu la dovevi mangiare. Adesso basta l’ha schiaffeggiata, e poi l’ha portata là in una camera. E allora? E poi ha detto: Adesso vado là da suo papà e mi faccio dare l’altro. Allora un giorno lo vedono arrivare là. Loro, per esempio, hanno salutato, hanno fatto, sembrava che era… E chi è? Rosetta, oh Rosetta! Come è contenta di essere là, solo che si sente sola. Si sente sola. Io gli ho detto che passavo di qua e mi ha detto di portare la Caterina. Oh, l’altra contenta. Papà, lasciami andare, lasciami andare. E suo papà ha detto: Va, ma non devi fermarti perché noi abbiamo del lavoro qua. No, no. Si ferma qualche giorno così si fa una compagnia, parlano un po’ e poi viene. Tutto a posto. L’altra è andata contenta. Allora quando è arrivata là, è chiamata subito. E l’altra non c’era, perché l’abbiamo portata in quella camera, l’abbiamo chiusa. Ha detto: Mamma, lei sa cosa è in giro? Poi viene.E invece era passato un giorno, non veniva. E questo qui ha cominciato a preoccuparsi di ma io voglio vedere, sono venuto, voglio vedere mia sorella, ma sarà andata dai vicini, era sola. Basta. Adesso io devo andare via. È passato qualche giorno. Io devo andare via, ma tua sorella arriverà. Ma tu devi farmi quello che ti dico. All’altro ha cominciato: Cosa devo fare? Devi mangiare questa mano. La ragazza ha detto: Subito ho detto: Sì, perché se non la mangi, come ho castigato tua sorella e ti castigo poi anche te. Allora questa ha cominciato a pensare e ha detto: Forse mia sorella non sarà neanche più con me. E che lo sia, fermava due o tre giorni fuori. Studiava cosa farne di quella man pelusa. Diceva meglio quella mano lì, sembrava che non la poteva. Io non nascondo. Non nascondo. Una volta ci va, poi in quelle case grosse, ci faceva un mucchio di immondizia. Ho detto: la metto là nell’immondizia. Poi metto là nell’immondizia. Adesso sì che lui va a vedere là. Non va mai a vedere. Ha detto: sono arrivata, dico: Va bene? Ha detto: Sì, sì. Ha detto: Hai mangiato la mano, sì? Brava. Ha detto: Ma… Ma quella che parlava. Ha detto: Oh? E dove sei? Ma sono qui nell’immondizia. Ha detto: Anche te sei bugiardo come tua sorella. Allora come l’ha castigata lei, ti castigo anche te. L’ha anche schiaffeggiata e l’ha portata anche là in quella camera. Portatemi in quel caso. E poi vedeva che gli altri là, che lo trattavano tanto bene, il papà. E disse: Adesso vado a vedere e prendo anche l’altra. C’era la Ginotta. Prendo anche Ginotta. È arrivata: Oh! Ha detto: Ma è Marianilla. È ma sono tanto contente. Ma han fatto il bucato, cantano tutto il giorno. Ha detto di venire lì a trovare e poi venite in qua tutti insieme. E suo papà ha detto: Non andare. Suo papà, sai? Non andare più io. Ma state tranquillo papà. Questa è il caso di due o tre giorni, lasciate venire anche questa. E gli altri sono contenti. Quasi che pianzeva però. La figlia voleva tanto andare e l’ha lasciata andare. Allora è andata. Subito ho cominciato a chiamare le sorelle e questo gliela ha detto subito: guarda che tue sorelle non ci sono più. Come non ci sono? Ho detto: No. Perché erano bugiarde. E mi han detto delle bugie e le ho castigate. Adesso se te mi ascolti che fai come ho fatto, altrimenti anche te non vuoi più mi dispiace per il tuo papà che era. Allora Ginotta ha detto: Ma questo qua è un cattivo affare. Ha detto: Sì, sì, io faccio. Ebbene, guarda, io devo andare via e te devi mangiare questa mano. E io mi fermo due giorni. E l’altro ha detto: Sì, sì. Allora… Allora, vai piano con i calzini. E allora questa gente mi fermo solo due giorni perché ho un lavoro corto. Allora si fermava due giorni. E questa qui cominciava a far pensare, ha detto: Ma… Allora ha pensato, ha pensato… Guardava per la mano e ha detto: Ma… Ha parlato con quella mano, questa ha pensato: Ma dimmi un po’ tu mano, io non ti mangio. Eppure quel signore dice: Se non ti mangio, cosa ne devo fare di te? E la mano ha detto: Guarda, non vuoi mandarmi? Fatti un sacchetto, mettimi dentro, mi leggi sulla pancia. Lui quando arriva mi chiama e io gli dico che sono in pancia. Va bene, ha detto la ragazza. Siamo così. Non sapevo cosa fare. Si è fatta un sacchetto, l’ha messa dentro, questa l’è legata sulla pancia come… Ha detto: Due giorni l’altro è arrivato. E ben, come va? Eh, va bene. Ebbene, hai mandato una mano? Ha detto sì. Vediamo un po’. Ma on-(musica) Dove sei? Sono in pancia. Così va bene. Così te mi hai ascoltata? Va bene. Ho mangiato e adesso devo fermarmi quindici giorni. Dove c’è l’ho da stare lì? Non ti dice niente perché c’era nessuno. Tranquilla. Va bene. E Gino pensava: Ma cosa faccio io? A sapere che quella mano parlava. Ditemi un po’ tu, mano, dimmi un po’. Le mie sorelle sono morte? La mano ha detto: No, non sono morte. Ecco, il signore gli avevo detto: Hai tante chiavi perché c’era una grosso a casa. Ha detto: Le chiavi, vai. Ha detto: No, non sono morte. Lei tuetta. Ma sono incantate e non possono uscire da dove sono. E la schiava ha detto: Io non lo so. Te ne puoi aiutare. Vieni, prendi quelle chiavi. E ha preso le chiavi, apre tutte quelle porte. Se ne ha ancora una da aprire, apre ancora quella. Come ha aperto l’ultima, le sue due sorelle, tutte e due là. Mentre erano lì che parlava con le sue sorelle, gli diceva qualcosa. Lì c’era un buco, è venuto giù, non so, spaventato. È venuto un uomo, come caduto lì, era un uomo, un giovane, che era un cacciatore. Quelli là, i briganti, come dicevano, l’avevano trovato là a caccia e l’avevano perseguitato e l’avevano catturato. Dice che aveva solo uno scorrione all’abbraccio e l’avevano gettato lì perché era andata a finire laggiù nella sua casa, stava in quella prigione. E quell’uomo gli ha guardati lì, le ragazze anche. Ha visto che c’erano delle ragazze e quel cacciatore ha detto: Cosa ho fatto? Siete il padrone? E loro gli hanno spiegato. Ho detto: Oh, perché io sono il figlio del re. Ero a caccia e loro mi hanno preso il fucile. Io non volevo perché ero fa male. Mi hanno gettato in un fosso. Allora la mano, quella mano ha detto: Ginotta, vieni, io ti faccio… Ah no, me l’aveva già detto il signore. Guarda adesso te sei stata brava, hai mangiato la mano e tutto quanto. Guarda, caso mai che ti fai male. In questo topino c’è della medicina. Quello guarisce subito. Ha detto là, in quella topina, che ti ha detto il signore: Prendila. Poi medichi le tue sorelle che sono un po’ mancate perché le ha picchiate. E questo signore lo medichi e poi guarita. Allora la ragazza è andata là con quella topina, ha medicato le sue sorelle che erano piene di vivi che le avevano picchiate. E poi ha medicato la mano di quella ragazza. Ha detto: Adesso andiamo solo via. Adesso questa quindici giorni. Andiamo solo via. La mano ha detto… Ha detto la signora, la Ginotta, gli ha detto: Adesso tu, umano, dimmi cosa ne faccio di te? Ho detto: Oh, a me non ti pensare, mettermi nell’armadio. Lontano all’armadio. E loro sono partite. Sono partite e il ragazzo ha detto: Passiamo solo a prendere il mio papà perché poi sapevano che quella era la banda dei ladri e tutto a posto. Passiamo a prendere il mio papà perché altrimenti ci vengono… Come avevano fatto a sapere che lui era della banda dei ladri? Perché gliel’ha raccontato il cacciatore? Come han fatto a sapere che quell’uomo era della banda dei ladri? E quella banda dei ladri poi l’ha detto poi quell’uomo. Il cacciatore? Ma lo ha detto anche alla Ginotta: Guarda che io sono il capo dei ladri, ma se tu sei bravo io non ti faccio niente, tutto a posto. E per quello che loro : Andate solo via prima che arrivano quella gente. L’hanno invitato là alla madre, l’ha messa nell’armadio e sono partiti. Sono partiti e sono passati a prendere il suo papà: andiamo solo lì. Il figlio del re ha detto: Venite solo da me. Io ero a caccia. Quel cacciatore lì era il figlio del re? Era il figlio di Dio, non il figlio del re. Ho incontrato quella banda e mi volevano prendere il fucile, di fatto me l’hanno preso, mi hanno fatto male e poi mi hanno gettato qui dentro. Hanno alzato qualcosa. Il botto. E mentre sono passati 15 giorni e quello è arrivato con 4 o 5 degli altri, ormai era tranquillo perché dice che se mangiava quella mano stava stregata, non andava più via. Allora è arrivato, guarda qua e guarda là, ha chiamato: Ginotta? La mano ha fatto: Oh, ah. E dove sei? Tranquilla.E sono fuori dall’armadio. Perché sei andato a mettere nell’armadio? E tu vai, apre l’armadio, la mano. Oh, guarda, è ginotta. Eh, ginotta. Ginotta ha medicato le sue sorelle, che poi c’era anche un ragazzo. Sono partite a quest’ora. Ha detto: Ma tua mamma, quando io ti ho chiamato, mi hai detto che eri in pancia. Ho detto: Sì. Perché la ragazza mi aveva messo io sulla pancia, ti ho detto che era un pancia. Ha detto: Quella fatta. Me l’ha fatta la Ginotta, ma adesso se lo posso trovare. Vado là con la banda. Erano gente di campagna, ma loro erano andati a casa del re coi figli del re. E poi stringeva, perché ha detto: Adesso se ci vengono a cercare, se ci vengono a cercare qua. Non sono stati là a casa del re e quello sta alla Mampelusa, si è tenuto alla Mampelusa, sarà ancora là con la sua Mampelusa. E suo papà è rimasto a casa. Avevano preso il papà anche per andare- Suo papà è stato con il ragazzo. È passato dalla casa lì, ma in quella casa lì non c’era niente. Loro sono andati subito via col ragazzo che era il figlio dei re. Il figlio dei re mio. Era figlia, mi hanno preso, mi hanno preso il fucile, gli ho fatto un po’ resistenza o cosa, mi hanno fatto male. La manpelusa, oltre che nella storia, voi a Codiglio la dicevate anche come la testa da morto, come la manpelusa era-Ma la manpelusa noi… Io mi sembrava che eravamo là su al Fiandìn che facevamo il fieno. Quel signore, lo immaginavo. Qualcosa lo dicevamo ai nostri: Erano là su al Fiandìn che facevano il fieno?. E papà diceva- Erano i fiandini. Perché là su al Fiandìn, c’è la strada che passa proprio lì. E sembrava che quell’uomo era passato di lì e voleva andare di là. E c’era il papà con le ragazze, mi sembrava un fiandín. Ma pensavi proprio una mano di un uomo piuttosto che una zampa di un animale o proprio una mano pensavi? Una mano, una manpelusa. E io gli dicevo: la manpelusa non si può mangiare. Ci faceva schifo. La manpelusa come faceva mangiare le ragazze? E quelli che allora ce lo raccontavano, ce lo raccontava papà, mamma, magari c’era anche mio padre Lido. Dicevo: sai che con gli altri ragazzi quando vedono passare uno ben vestito e con la catena d’oro, sembra che sia chissà, tutti volevano andare… Allora noi altri dicevamo: se passa qualcuno, noi non ci andiamo. Può avere delle catene d’oro, ma noi non ci andiamo. Chi è che vuole? Non andiamo più. No, no, no. La manpelosa.

Lascia un commento